ROMA - «Stiamo tornando agli anni Novanta, quando la griglia era composta da diciotto scuderie, prevalentemente di privati, costretti a completare il budget puntando sui piloti con la 'valigia'. La mancanza di sponsorizzazioni costringe il team a preferire i piloti che possono contare sull'appoggio di multinazionali o di Nazioni che sfruttano questo sport per promuovere i propri prodotti commerciali, non seguendo una meritocrazia sportiva. La gestione finanziaria dei Team non migliorerà di certo con il ritorno del motore turbo nel 2014, che porterà ad un ulteriore aumento dei costi». Lo ha detto Gian Carlo Minardi, analizzando le difficoltà causate dal grave momento di crisi dell'economia mondiale.
COSTI - «Per diminuire realmente i costi bisognerebbe avere macchine meno sofisticate, limitare l'elettronica e la ricerca esasperata dell'aerodinamica e stabilire comunque regolamenti che favoriscano lo sviluppo di materiale e tecnologia che si possono traslare alla produzione di serie», spiega il manager faentino. «Oggi abbiamo ancora molti posti liberi in team di GP2, GP3 e WSR. Il fatto che team vincenti non abbiano ancora completato il loro organico è un campanello d'allarme non indifferente. In aggiunta stiamo assistendo anche ad un altro fenomeno particolare da tenere sotto controllo: molti genitori stanno entrando, o comprando, in prima persona il team per agevolare la crescita professionale del proprio figlio. Questo sicuramente nel presente dà stabilità e certezza ad alcuni Team, ma qualora i risultati non dovessero arrivare questi potrebbero abbandonare velocemente l'avventura».
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