ROMA - «Raddoppiare il punteggio nell'ultimo Gp rende interessante il campionato fino all'ultima gara, anche se oggettivamente sia nel 2012 che nel 2011 la Ferrari con Alonso è stata vicina a conquistarlo, come in precedenza con Massa. Quest'anno, dopo quattro anni, il campionato è stato deciso con quattro gare di anticipo, era ai tempi di Schumacher che non c'erano vittorie così nette, ma per evitare questo rischio è giusto che si tenga la possibilità, almeno teorica e numerica, di recuperare un eventuale divario di punti accumulati». È l'opinione del presidente dell'Aci, Angelo Sticchi Damiani, componente del Senato della Federazione Internazionale dell'Automobile, all'Adnkronos, sulle novità regolamentari, in vista della prossima stagione, varate dal F1 Strategy Group e dalla Formula One Commission, a cominciare dai punteggi raddoppiati nell'ultimo Gp del Mondiale 2014 per tenere aperta la competizione sino alla fine. L'altra rivoluzione è costituita dall'introduzione di un tetto ai budget dei team, a partire dal 2015.
TETTO BUDGET DIFFICILE DA RISPETTARE - «Si parla da molti anni di porre un tetto ai budget, ma è sempre un problema, perchè una volta fatta, la regola bisognerebbe farla rispettare, e non è così semplice che questo accada. Sono dell'idea che le regole se devono essere stabilite poi devono essere fatte rispettare da tutti. È meglio non mettere una norma se non si è in grado di farla rispettare, ecco perchè è stato sempre rinviato. Ben venga se si riesce a trovare un modo di essere sicuri al 100% che nessuno possa fare il furbo», ha aggiunto il numero uno dell'Aci-Csai.
ALTI E BASSI NUOVE REGOLE - Sticchi Damiani si è detto contrario, invece, all'introduzione dei due pit-stop, norma che è stata respinta dai team. «È giusto lasciare la libertà ai team di stabilire la strategia, rientra nelle variabili che ogni team è giusto che abbia a disposizione. Anche sotto questo aspetto dobbiamo creare dei motivi di sorpresa, altrimenti tutto viene incanalato in maniera abbastanza monotona». Capitolo piloti: verrà chiesto di scegliere un numero 'eternò, destinato a durare per tutta la carriera. I driver potranno muoversi tra il 2 e il 99. «Si eredita dal motociclismo, con Valentino Rossi ad esempio che ha sempre il numero 46. È un modo per identificare un nome, una persona, una storia. Anche se l'1 resta al campione del mondo che può accettarlo o meno. È un buon compromesso tra una tradizione automobilistica e quella motociclistica». Si profila poi l'inserimento di una penalizzazione di 5 secondi per violazioni minori. Toccherà ai team decidere con quali modalità verranno adottati i provvedimenti già nel Mondiale 2014. «Questa è una proposta che deve passare nel Consiglio Mondiale, si vedrà. Non so se riusciremo a farla in quello di gennaio o andrà a marzo, ma sono cose che ancora devono essere decise e che poi dovrebbero entrare in vigore forse nel 2015».
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